CINEMA CIELO

19 Feb 2017
Danio Manfredini
null Ideazione Danio Manfredini
Con Patrizia Aroldi, Vincenzo Del Prete, Danio Manfredini, Giuseppe Semeraro
Assistente alla regia Patrizia Aroldi
Luci Maurizio Viani
null Realizzazione colonna sonora Marco Olivieri
null Distribuzione La Corte Ospitale
Regia Danio Manfredini
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione / Festival Santarcangelo dei Teatri
Orari
18:30
Quando:
19/02/2017 - 18:30–19:30
2017-02-19T18:30:00+01:00
2017-02-19T19:30:00+01:00
Dove:
Pontedera, Teatro Era
Via Indipendenza
56025 Pontedera PI
Italia
CINEMA CIELO @ Pontedera, Teatro Era | Pontedera | Toscana | Italia

Danio Manfredini presenta Cinema Cielo, uno spettacolo frutto di un lungo lavoro di ricerca, che nel 2004 gli è valso il Premio Ubu per la miglior regia.
Liberamente ispirato a Genet, Manfredini realizza una partitura sonora per quadri e la intreccia con la vita del Cinema Cielo, un cinema a luci rosse che è realmente esistito a Milano. Lo spettacolo è ispirato a questo luogo, mette una lente d’ingrandimento su un’umanità per la quale il sesso è bisogno, evasione, merce, ossessione e voglia di compagnia e fantasma d’amore.
Lo spettacolo vive dell’incontro di due mondi che si appartengono, indissolubilmente legati e le ombre che abitano il Cinema Cielo fanno riemergere le ombre e il mondo di Genet.
Una produzione ERT / Emilia Romagna Teatro Fondazione – Festival Santarcangelo dei Teatri.

Note di regia 

“C’era una volta a Milano il Cinema Cielo, una sala cinematografica a luci rosse ora chiusa. Lo spettacolo è ispirato a questo luogo e mette una lente d’ingrandimento su un’umanità per la quale il sesso è bisogno, evasione, merce, voglia di compagnia e fantasma d’amore. Lo sguardo è rivolto alla sala cinematografica, lo spettatore spia le presenze che abitano il luogo. Il sonoro del film che scorre è liberamente ispirato ad un romanzo di Jean Genet e racconta di Louis che tutti chiamano Divine, dei suoi amanti e di Nostra Signora dei Fiori, seducente assassino. Trasferendo l’opera di Genet in una partitura sonora per quadri e intrecciandola con la vita di un cinema a luci rosse, prende forma un’opera che risuona della complessità del romanzo e lo aggancia fortemente al mondo contemporaneo. L’universo carcerario diventa il buio mondo del cinema, metafora della stessa reclusione, sfida alla morale comune. Le voci dei personaggi del film si fanno evocazione dello spessore poetico dell’opera di Genet. Lo spettacolo vive dell’incontro di due mondi che si appartengono, indissolubilmente legati e le ombre che abitano il Cinema Cielo fanno riemergere le ombre e il mondo di Genet.”

Danio Manfredini

LUOGO


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