
Da Uno, Nessuno e Centomila
di Luigi Pirandello
Compagnia Laboratorio di Pontedera
Siamo uno?
Siamo nessuno?
Siamo centomila?
Posto sotto forma di domanda, il titolo del lungo e straordinario racconto di Luigi Pirandello ci mostra tutta la sua crudele inquietudine.
Siamo tutte e tre queste possibilità?
In attesa di una risposta possibile entreremo nei panni di Gengè, il protagonista, e mentre la realtà sembra sempre più ipnotizzarci, questo racconto ci riporta forse lì dove tutto ha inizio: “possiamo scegliere di cambiare la nostra vita?”.
La storia del “risveglio” di Gengè ad una vita maggiormente cosciente ed autonoma dal proprio destino, che sembra ormai segnato per sempre, ha un finale ancora più crudele del suo inizio.
Tentando la fuga dalla sua biografia, Gengè si ritrova semplicemente in una prigione più grande, come un eroe che non potrà mai realizzare la propria vittoria evadendo verso una vita “diversa”.
Dopo aver incontrato Pirandello nei miei due precedenti lavori, “L’uomo dal fiore in bocca” e “La poltrona scura”, “Gengè” si presenta come una domanda ancora più urgente sull’essere umano di cui occorre affrontare la crudele verità “osservandola”, senza l’illusione di semplici vie di scampo.
E forse questa è l’unica possibile strada da seguire che ci aiuta a conoscere, tra i “centomila” che possiamo essere, quel “nessuno” che si immaginava essere “uno”.
Voglio dedicare questo lavoro ad Alessandro D’Amico, una guida dolce, sorridente ed esperta nel nostro viaggio verso il paese “Pirandello” che, pur lasciandoci purtroppo soli troppo presto, ci aiuta a ricordare la strada.
Roberto Bacci