
Dedico questo racconto a tutti i bambini che sono i veri protagonisti di questa storia, anche se il personaggio-bambino compare solo alla fine. Viviamo in un tempo in cui la rassegnazione prevale sul desiderio e sul diritto ad un vivere più sensato e atto a sviluppare le forze del pensiero, del cuore, degli impulsi vitali. L’atto del “vedere” senza pregiudizi e la capacità di comunicare in semplicità questa visione può generare la speranza, necessaria a liberarci dall’oppressione di un falso pensare, che non ci appartiene, e metterci in una relazione più reale, con chi condivide con noi questa speranza. Vorrei stimolare l’idea che gli esseri umani hanno risorse delle quali si sono dimenticati e, alle quali è, invece, necessario attingere durante il cammino di ogni giorno.
Luisa Pasello