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Italia

Domenica 28 febbraio alle ore 17 prima della replica di Ti regalo la mia morte, Veronika prevista alle 21 gli attori incontrano il pubblico.
L’incontro è il primo di Scritture sulla scena, un laboratorio fra il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera del Teatro della Toscana e il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Università di Pisa, con il coordinamento scientifico della Prof. Anna Barsotti, docente di Discipline dello Spettacolo.
Ti regalo la mia morte, Veronika è il secondo incontro di Antonio Latella con la poetica di Rainer Werner Fassbinder. Dopo la messa in scena de “Le lacrime amare di Petra von Kant”, nel 2006, Latella rivolge l’attenzione a parte dell’universo cinematografico dell’autore bavarese, costellato dalla presenza di personaggi femminili attraverso i quali Fassbinder ci ha donato un affresco e un’ampia riflessione non soltanto sulla condizione della donna, ma anche sul proprio contesto storico, una Germania non ancora del tutto guarita dalle ferite del passato.
Partendo dalla rievocazione della vicenda di Veronika Voss, diva sul viale del tramonto e vittima di una Dottoressa e di un’infermiera senza scrupoli, lo spettacolo insegue una parabola allucinatoria scandita dai ritmi e dagli stati d’animo provocati dall’assunzione di morfina, dove i frammenti di ricordo riaffiorano nella mente di Veronika come incubi, proiezioni di una psiche alterata e in parte compromessa. Una corsa folle, senza protezioni, in cui realtà e finzione non sono più distinguibili e nella quale i sentimenti diventano inevitabilmente merce di scambio o illusorie gratificazioni, dove persino la morte è accettabile, come liberazione o nuova possibilità.
Un viaggio della mente in cui Veronika incontra alcune tra le protagoniste delle pellicole del cineasta tedesco, da Maria de Il matrimonio di Maria Braun a Margot de Paura della paura, da Emma Küsters de Il viaggio in cielo di Mamma Küsters a Elvira de Un anno con tredici lune, fino a Martha, protagonista dell’omonimo film, tutte testimoni di una riflessione cinematografica divenuta negli anni quasi un unico corpo, un’unica grande storia. Ma anche un viaggio in cui Veronika incontra, soprattutto, il suo ideatore, il regista, il medico ma anche il carnefice Fassbinder, presente fin dal suo primo ricordo, quella sala di un cinema nella quale sorprendiamo entrambi assistere alla proiezione di un film che sembra somigliare al racconto della loro stessa fine.