
L’opera nascosta
Questa storia è tutta inventata.
Leonardo Da Vinci ne è il protagonista perché è uno dei pochi personaggi che, per tutta la sua sapienza e il suo ingegno e il suo genio, può risolvere, o almeno provarci, il più grande caso irrisolto che riguarda l’essere umano nella sua sfera artistica, scientifica, vitale: il passaggio tra la vita e la morte.
Già, proprio quello.
È l’unico al mondo a poterci riuscire.
Gli viene in mente di provarci in un pomeriggio di primavera, mentre guarda una battaglia nella quale un esercito usa le armi che lui ha inventato. Le sue opere diventano così un percorso di studio, il tempo nel quale vive diventa il contesto nel quale far attecchire la sua curiosità, per inventare un’altra realtà, che si specchi nell’arte e da quella prenda nuova coscienza.
Il racconto dialoga in scena con le immagini di Cristina Gardumi, primi piani di una umanità che ha a che fare con Leonardo e la sua opera nascosta.
Ovviamente, nessuno degli episodi che qui si raccontano sono accaduti veramente. Troppo spesso scambiamo le storie vere con quelle credibili; anzi, la credibilità delle storie è spesso legata al fatto che siano accadute veramente.
Ma se così fosse, se bastasse che un fatto sia accaduto per descrivere la realtà, allora la realtà sarebbe immutabile, non sarebbe mai messa in discussione, e le cose sarebbero semplicemente quello che sono. Non ci sarebbe scoperta, né invenzione, né arte, se non si potesse tradire la realtà inventandone una plausibile.
Preferisco pensare che “le storie, raccontandole, da vere diventano inventate e da inventate, vere”.
Come i sogni, che non esistono nella realtà ma che una volta sognati, eccoli lì palpitanti, a farti sudare e spaventare e ridere.
Michele Santeramo. Nota biografica
Michele Santeramo è autore di testi teatrali per diverse compagnie nazionali. Nel 2001 fonda con Michele Sinisi la compagnia Teatro Minimo per cui scrive e dirige Accadueò, vincitore del premio Voci dell’Anima 2004, Vico Angelo custode, Murgia, spettacolo Generazione Scenario 2003, Konfine con il quale vince la selezione Enzimi 2003.
Nel 2011 vince il Premio Riccione per il Teatro con il testo Il Guaritore.
Nel 2013 vince il Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT),
Pubblica nel 2014 il romanzo LA RIVINCITA edito da Baldini e Castoldi in scena con la regia di Leo Muscato nella stagione 2012/2013 al Teatro Valle di Roma, al Teatro i di Milano e in altre “piazze” prestigiose.
Vince nel 2014 il premio Hystrio alla drammaturgia.
Scrive nel 2014 Alla Luce per la regia di Roberto Bacci e la produzione di “Fondazione Pontedera Teatro”. Il Guaritore è fra gli spettacoli finalisti del premio UBU 2014 come migliore novità italiana e ricerca drammaturgica. Nel 2015 il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale Pontedera della Fondazione Teatro della Toscana ha prodotto lo spettacolo ‘da leggere’ La prossima stagione di e con Michele Santeramo e nel 2017 ha prodotto e messo in scena Il Nullafacente, che lo vede in scena come protagonista, per la regia di Roberto Bacci.
De “Il Nullafacente” il critico Alessandro Toppi ha scritto:
“E’ così che Il Nullafacente è teatro e, per questo, è un’opera destinata non ad avere pochi spettatori ma, … “pochi spettatori per volta”: che viva, e a lungo mi auguro, nei piccoli teatri d’Italia: lì dove solo i centimetri (annullabili dalla commozione) separano l’orlo anteriore del palco e la prima fila della platea; lì dove il buio è ancora un buio assoluto e il silenzio è un atto di rispetto e di partecipazione; lì dove ciò che vediamo continuerà a riguardarci anche quando saremo tornati a casa, avendo lasciato in noi un segno che perdura nel tempo; lì dove la parola detta da quest’arte riesce ad essere ancora parola autentica, di cui sentivamo il bisogno”.
Teatro Studio |14 / 17 dicembre 2017